Decreto PNRR, Alleanza delle cooperative alla Camera: bene le novità sulla governance, necessari correttivi su appalti, lavoro e transizione 5.0

Bene le novità sulla governance per il Piano nazionale di ripresa e resilienza  (PNRR) e il Piano nazionale complementare (PNC), sulle disposizioni per l’accelerazione dell’attuazione del piano, sulla previsione di più controlli sugli appalti, mentre alcuni correttivi si rendono necessari su appalti, lavoro e transizione 5.0. È la posizione espressa dall’Alleanza delle Cooperative nel corso dell’audizione svolta oggi presso la commissione Bilancio della Camera sul disegno di legge di conversione del decreto PNRR (C. 1752). Per l’Alleanza sono intervenuti Giuseppe Daconto di Confcooperative Fondosviluppo, che ha parlato di risorse, appalti e beni confiscati, e Catiuscia Marini, responsabile Politiche europee e PNRR di Legacoop, che ha commentato le norme sul lavoro contenute nel dl.

“Siamo ben contenti che si siano trovate le coperture per i progetti PNRR che l’anno scorso sono stati definanziati (articolo 1)”, ha spiegato Alleanza. “Restano infatti solo due anni per attuare il Piano nella sua completezza. I dati sull’attuazione non sono molto confortanti, nel primo triennio sono stati spesi solo 45 miliardi. Abbiamo visto che le misure che vanno alle imprese, incluse quelle gestite dal Mimit e dal Mase anche in forma di credito d’imposta, sono le misure che hanno avuto più spesa e che sono maggiormente attuate, perciò le accogliamo con favore. Le cooperative, nell’attuazione del Piano, hanno superato il miliardo di valore delle risorse assegnate dal PNRR, sono quasi un migliaio quelle censite tra i beneficiari”.

In relazione all’articolo 11, che dispone che l’erogazione delle anticipazioni in favore dei soggetti attuatori di interventi del PNRR, necessarie per la loro tempestiva attuazione, sia pari in via ordinaria al 30 per cento del contributo assegnato, Alleanza ha chiesto che la misura sia indirizzata a tutte le tipologie di contratto, comprese le prestazioni di architettura e ingegneria, che invece l’articolo 125 del codice dei contratti di fatto esclude. Secondo l’Alleanza sarebbe inoltre utile valutare una eventuale maggiorazione della percentuale del 30, compatibilmente con le risorse annuali stanziate per ogni singolo intervento che sono messe a disposizione della stazione appaltante.

Inoltre, l’Alleanza si è resa disponibile a offrire il proprio contributo al neo costituendo Commissario straordinario previsto dal dl per il progetto sui beni confiscati (articolo 6) e alla neo costituita cabina di coordinamento presieduta dal prefetto o da un suo delegato per la definizione del piano di azione per l’efficace attuazione dei programmi e degli interventi previsti dal PNRR in ambito provinciale (articolo 9), nell’ottica di aumentare il grado di collaborazione e condivisione delle scelte necessarie ad attuare il piano entro i prossimi due anni.

In relazione alle parti del decreto sulla sicurezza sul lavoro: “Riteniamo condivisibili le parti del decreto che innalzano i livelli dei controlli, mentre rinveniamo, nelle parti che definiscono la disciplina applicabile agli appalti, alcune criticità significative che, a noi, non sembrano procedere nella stessa direzione”.

Quanto alla norma dell’articolo 29 secondo cui al personale impiegato nell’appalto di opere o servizi e nell’eventuale subappalto è corrisposto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale e territoriale maggiormente applicato nel settore, l’Alleanza delle cooperative ha chiesto che venga esplicitato il riferimento ai “contratti collettivi nazionali stipulati dalle associazioni sindacali e datoriali più rappresentative sul piano nazionale”, in luogo del riferimento a un singolo contratto collettivo “maggiormente applicato”, che potrebbe anche essere un contratto “pirata”. Ha chiesto poi di chiarire dettagliatamente il concetto di “trattamento economico complessivo”, al fine di evitare dubbi interpretativi e difficoltà applicative.

Secondo l’Alleanza “pone molte attese l’attuazione del nuovo incentivo Transizione 5.0, vista la dotazione di risorse, oltre 6,3 miliardi di euro, e la novità dell’incentivo, che lega obiettivi tecnologici e obiettivi ambientali nell’ottica di premiare le realtà che riescono a produrre maggiore efficienza ambientale”. Tra gli aspetti da approfondire Alleanza ha segnalato le modalità di certificazione della riduzione dei consumi energetici, da presentare con apposite certificazioni rilasciate da un valutatore indipendente. Una quota non particolarmente elevata quella riservata dall’incentivo alla formazione, riconosciuta nel limite del 10% degli investimenti presentati, e fino a 300 mila euro. “Quota che invece”, ha concluso l’Alleanza, “dovrebbe essere aumentata”.

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