Violenza di genere: Legacoop attiva WOMAP+, piattaforma digitale per il sostegno alle vittime; 18 tipologie di servizi offerti da cooperative sociali in 16 regioni

Una piattaforma digitale che si propone di sostenere le donne e le persone vittime di violenza e discriminazione di genere grazie alla rete cooperativa, con la volontà di affiancarsi al numero verde 1522e ampliando le possibilità di trovare aiuto, supporto, presidi e informazioni.

È questo, in sintesi, Womap+ un progetto promosso dalla Commissione Pari Opportunità di Legacoop Nazionale in partnership con Legacoopsociali, finanziato da Coopfond e realizzato in collaborazione con CONAD. Le cooperative sociali coinvolte nella mappatura di WOMAP+ per ora sono 77 ed erogano servizi diffusi su tutto il territorio nazionale, dal nord al sud, in 16 regioni, con in testa Emilia Romagna e Lombardia. Navigando su WOMAP+  https://womapplus.it  tramite smartphone o pc è possibile effettuare una ricerca per territorio (utilizzando la mappa), per tipologia di servizio o per cooperativa. Le tipologie di servizi offerti sono 18: orientamento e accompagnamento ad altri servizi; colloquio di accoglienza; consulenza psicologica; sostegno all’autonomia lavorativa; sostegno per i figli minorenni vittime di violenza; sostegno all’autonomia abitativa; ascolto telefonico; sostegno a livello burocratico e amministrativo; sostegno specifico per donne migranti; consulenza e assistenza legale; ospitalità di emergenza; inclusione lavorativa all’interno della cooperativa; centro antiviolenza; casa rifugio; sportello antiviolenza; sportello antidiscriminazione; altro. Sono previsti anche servizi psicologico-riabilitativi per autori di violenze.

“Questo progetto -sottolinea Simone Gamberini, presidente di Legacoop Nazionale- è un’ulteriore testimonianza, coerente con l’identità delle cooperative come imprese che mettono al centro le persone, del nostro impegno in prima linea in azioni di contrasto e prevenzione contro la violenza di genere, anche attraverso servizi di ascolto, supporto ed inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza assicurati dalle nostre cooperative e che adesso vengono mappati, insieme con altri, nella piattaforma Womap+.  La nostra esperienza ci rafforza nella convinzione della necessità di un cambio di passo. Auspichiamo, come annunciato dal Governo, che il ddl contro la violenza sulle donne possa diventare definitivamente legge dello Stato nei prossimi giorni. Servono interventi multidimensionali, più risorse, ad esempio da destinare ai centri antiviolenza e alla loro diffusione, e la realizzazione di strumenti operativi adeguati, rafforzando le misure di accompagnamento all’autonomia sociale ed economica post violenza e quelle a favore dei minori vittime di violenza assisitita. È inoltre indispensabile, per sconfiggere quella che il Presidente Mattarella ha definito una barbarie sociale, un’azione costante di prevenzione, attraverso un investimento sull’educazione, a partire dalle scuole, ed un impegno delle famiglie, per cambiare radicalmente una cultura discriminatoria che ostacola la parità di genere ed il rispetto dei diritti delle donne”.

“Il nome del progetto -sottolinea Annalisa Casino, Presidente della Commissione Pari opportunità di Legacoop- fa intendere che non si rivolge solo alle donne, ma si propone di fornire informazioni e supporto a donne, donne con figli a carico, migranti, comunità LGBTQIAP+ e a quanti abbiano subito forme di violenza o discriminazione di genere. Il ‘plus’ sta dunque ad indicare che WOMAP è progettata per rispondere ad una pluralità di soggetti vittime di violenza o discriminazione di genere”.

“La cooperazione tutta ed in particolare la cooperazione sociale -evidenzia Eleonora Vanni, presidente di Legacoopsociali- è impegnata da sempre nel contrasto alle forme di violenza e discriminazione di tutti i generi: WOMAP+mappa e mette in rete in un unico luogo virtuale tutte le esperienze ed i servizi cooperativi così da essere presidio e supporto per chiunque ne abbia bisogno”.

“Ringrazio Legacoop per mettersi al centro sul tema della violenza sulle donne – dichiara la deputata Cecilia D’Elia, vicepresidente Commissione parlamentare d’inchiesta su femminicidio e su ogni forma di violenza di genere -. Strumenti, fondi e progetti come quello da voi presentati sono necessari per contrastare fattivamente la violenza maschile contro le donne”.

Il progetto si avvale, fin dall’inizio, della collaborazione di CONAD, che si impegna a promuovere e far conoscere la piattaforma in tutta la sua rete territoriale, così da garantire una diffusione capillare e vicina alle persone.

“Siamo orgogliosi di aderire a questo importante progetto a sostegno delle donne vittime di violenza e discriminazioni, un ulteriore tassello di un impegno concreto che abbiamo assunto da tempo nei confronti delle comunità in cui operiamo. Ci sentiamo responsabili nel contribuire attivamente a combattere questa battaglia, più attuale e urgente che mai, attraverso un forte lavoro di squadra con Istituzioni, Associazioni, Cooperative, Soci, Collaboratori, Clienti – commenta Mauro Lusetti, Presidente di Conad – “WOMAP+ non è solo una piattaforma, ma un simbolo della coesione e della forza che possiamo esprimere quando ci uniamo per combattere la violenza di genere. È un passo avanti verso una società più giusta e sicura, dove ogni donna ha il diritto di vivere senza paura e con la dignità che merita”.

Violenza di genere: la percezione degli italiani sulla gravità delle varie forme, sulle misure più efficaci di contrasto ed il possibile contributo delle cooperative. I risultati del sondaggio per il report FragilItalia di AreaStudi Legacoop e Ipsos

Secondo i risultati di un sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione, illustrati nel Report FragilItalia “Violenza di genere: le tante forme della violenza e le misure per contrastarla”, elaborato da AreaStudi Legacoop e Ipsos, gli italiani ritengono che le cooperative possano dare un contributo per contrastare la violenza di genere, indicando anche gli ambiti di intervento. In particolare, Il 40% ha indicato l’assistenza legale gratuita per le donne abusate; il 35% l’assistenza socio-sanitaria e psicologica per vittime di violenza in strutture specializzate; il 34% il potenziamento della rete di case rifugio per le donne vittime di violenza e i loro figli; il 33% l’assistenza economica per le donne vittime di violenza; il 29% supporto e formazione per perseguire l’indipendenza economica delle vittime di violenza; il 28% attività di educazione e informazione nelle scuole sul tema della violenza di genere; il 24% percorsi psicologici e riabilitativi per uomini autori di violenza; il 20% campagne di informazione e sensibilizzazione.

Il sondaggio stila una “classifica” delle forme di violenza su una donna in relazione alla loro gravità, evidenziando significative differenze di percezione tra generi (uomini e donne) e tra generazioni (under 30 e over 65), con una sensibilità più alta evidenziata dalle donne e dagli over 65. Al primo posto viene indicata la minaccia di procurare dolore fisico ad una donna che respinge l’uomo (77% media del campione; uomini 72%, donne 82%, under 30 68%, over 65 83%), seguita dal mettere in rete o inviare ad amici foto esplicite di una donna (76% medio; uomini 70%, donne 81%, 68% per gli under 30, 81% per gli over 65), dal toccare, baciare o abbracciare una donna che non lo desidera (73% medio; 70% uomini, 77% donne, 65% per gli under 30, 77% per gli over 65), dal dare uno schiaffo a una donna (sempre 73%; uomini 65%, donne 80%, 63% per gli under 30, 81% per gli over 65), dall’inviare a una donna email, sms o messaggi whatsapp indesiderati e sessualmente espliciti (71%medio; uomini 66%, donne 76%, 63% per gli under 30, 78% per gli over 65).

Le stesse differenze, con valori pressoché omologhi, si manifestano anche nella percezione relativa alla gravità delle situazioni di abuso sulle donne da parte dei propri partner. In questo caso, al primo posto viene indicato l’impedire alla donna di uscire di casa (74%). Seguono, tutti al 71%, impedire alla donna di lavorare fuori casa, sminuire o prendere in giro la donna di fronte ad altre persone, cercare di non farle vedere i suoi amici, cercare di limitare i suoi contatti con la famiglia di origine. Dal 67% del campione vengono poi indicati l’impedire alla donna di avere accesso a conto corrente, bancomat e carta di credito, e seguire la propria partner quando esce di casa.

Riguardo ai motivi che spingono le donne vittime di abusi e violenze a non denunciare il proprio partner, ex partner o familiare il sondaggio, che in questo caso ha interpellato solo le donne, indica al primo posto la paura di ritorsioni peggiori (57%), la paura per i figli (54%), di non avere risorse economiche per mantenere sé e i figli (49%), che le misure prese non siano sufficienti o adottare con tempi troppo lunghi (45%). Il 38% indica la speranza che prima o poi le violenze cessino.

Limitate, invece, le differenze di percezione circa gli strumenti più efficaci per contrastare la violenza di genere, dove al primo posto figura l’inasprimento delle pene per episodi di violenza di genere sia fisica che psicologica (37%), le attività di educazione e informazione nelle scuola sul tema della violenza di genere (35%), l’assistenza legale gratuita per le donne abusate (30%), l’istituzione del reato di femminicidio con aumenti di pena rispetto agli altri casi di omicidio (29%), il potenziamento della rete di case rifugio per le donne vittime di violenza e i loro figli ed il monitoraggio delle forze dell’ordine su presunti casi di violenza (25%), l’assistenza economica per le donne vittime di violenza (22%), percorsi psicologici e riabilitativi per uomini autori di violenza (21%), assistenza socio-sanitaria e psicologica in strutture specializzate per le vittime di violenza (20%).

 

Leggi tutte le news