IL CORTILE: dalla crisi del Mercatone Uno ad un nuovo progetto di portierato sociale per Ferrara. L’intervista alla startup tutta al femminile vincitrice del premio speciale “Servizi ai cittadini”

Premiata da Conad Nordovest, che le ha assegnato il Premio Speciale “Servizi ai cittadini” del Bando Coopstartup Estense, la startup cooperativa Il Cortile nasce da un’idea di portierato sociale per Ferrara, per offrire servizi di prossimità personalizzati e basati sulla fiducia.
Ci siamo fatti raccontare il progetto da Cristina Grossi, Monica Buccelli, Chiara Cortesi, Milena Milani e Anna Ronzulli, le cinque socie fondatrici di questa startup tutta al femminile.

Il servizio che intendete proporre nasce da un’idea allargata di portierato sociale: ci spiegate meglio quali sono i servizi che offrirete, e a quali bisogni rispondono?
“I servizi che vogliamo offrire aiuteranno le persone anziane o fragili a gestire gli impegni di salute e della vita quotidiana, grazie al nostro accompagnamento e supporto: raggiungeremo la persona a casa per accompagnarla dove deve andare, la affiancheremo per tutto il tempo e infine rientreremo a casa con lei. Insomma, offriamo un supporto a 360° per l’utente e per la sua famiglia. A questo si aggiungono le commissioni e la consegna a casa degli acquisti in totale sicurezza e con massima cura. Un aiuto non solo per la spesa alimentare, ma anche per la farmacia, per pagare le bollette, portare fuori il cane, consegnare un pacco, per problemi burocratici legati alla complessità della compilazione di moduli o per le nuove tecnologie in uso ed ogni altra impellenza che si desideri delegare a una persona di fiducia. Aiutiamo le famiglie e le persone sole, permettendo loro di restare a casa, in sicurezza”.


“Dove non arrivate voi arriviamo noi” è lo slogan che avete scelto, per un tipo di servizio che si basa molto sulla fiducia di vicinato. Per quale ragione una persona dovrebbe scegliere i vostri servizi? Qual è il vostro valore aggiunto?
“I servizi alla persona che attualmente vengono svolti dalle diverse associazioni presenti nel territorio ferrarese si rivolgono principalmente a persone con disabilità o particolari esigenze sociali. Noi vogliamo rivolgerci a persone che apparentemente “stanno bene” – non hanno problemi fisici, sociali o economici – ma che comunque soffrono in silenzio. Ad esempio, sappiamo che sono spesso i figli ad aiutare i genitori anziani, ma a volte il lavoro impedisce di essere sempre disponibili: è qui che arriviamo noi, nell’emergenza quotidiana. Vogliamo offrire dei servizi veloci e precisi, ma sempre basati sulla cortesia e la fiducia: tutte parole importanti, dovremo lavorare molto per far sì che le persone ce le possano concedere e riconoscere. In pratica, ci proponiamo di diventare persone con cui avere un dialogo stimolante e trascorrere tempo in modo piacevole”. 

Chi sono i vostri clienti tipo?
“Anziani, bambini e famiglie che non riescono a svolgere le loro semplici attività quotidiane in modo indipendente per svariati motivi. Inizialmente pensiamo di rivolgersi al quartiere di Foro Boario, ma siamo aperte a sostenere le stesse problematiche anche in diverse zone di Ferrara”.

Avete scelto come punto di partenza Foro Boario perché in quell’area è presente il complesso condominiale Il Quartiere: che caratteristiche ha questo insediamento abitativo e perché si presta bene ad avviare il vostro progetto?
“Abbiamo studiato diverse zone di Ferrara, siamo approdate a Foro Boario perché è una zona nata negli anni ’70, ora l’età media degli abitanti è piuttosto alta e le nuove famiglie che ci vanno ad abitare non sempre hanno un inserimento facile. Inoltre speriamo di poter collaborare con il supermercato Conad presente in quell’area, per farci conoscere e creare un rapporto di fiducia a tre tra noi, il supermercato e il cliente, magari iniziando con la consegna della spese a casa o attraverso altre formule che speriamo presto di condividere con Conad. Insomma, ci sembrava la zona che meglio si adattava a ciò che ci eravamo proposte di fare”.


La base sociale de Il Cortile è costituita da 5 donne, mosse principalmente dalla necessità di reinventarsi un lavoro dopo il fallimento del gruppo Mercatone Uno: ci raccontate meglio questa vicenda?
“Dopo il fallimento di una ditta in cui hai investito e creduto per diversi anni, crollano tutte le aspettative che avevi per il tuo futuro e soprattutto per la tua famiglia. La nostra età e, diciamolo, anche il fatto di essere donne, non ha reso facile la ricerca di un nuovo lavoro. Così abbiamo pensato di puntare su noi stesse e sul sociale. Forse proprio quando tu per prima hai delle difficoltà, riesci a “leggere” meglio le difficoltà degli altri e ti nasce il desiderio di aiutarli. Così abbiamo supportato l’idea proposta da Anna e siamo arrivate fino a qui…anche noi siamo ancora un po’ incredule!”

In che modo la forma cooperativa è adatta alla vostra idea di impresa? Cosa avete imparato e scoperto durante il percorso di Coopstartup che prima non sapevate?
“Abbiamo imparato che la cooperativa si adatta alla nostra idea di impresa perché ci permette di essere alla pari, di avere tutte la facoltà di dire e sviluppare la propria idea. Il percorso fatto con Coopstartup è stato molto costruttivo sotto diversi aspetti. Ma la cosa che più ci ha colpito è l’aiuto che le cooperative si danno le une con le altre, un mutuo soccorso che noi abbiamo già avuto modo di sperimentare, anche se ancora non siamo costituite, grazie alla cooperativa di abitanti Castello”.

Il Cortile avrà anche una sede fisica?
“Sì, e per questo ringraziamo la Cooperativa Castello, in particolare il presidente Loredano Ferrari, che ha sempre sostenuto e creduto nel nostro progetto e ci ha dato in comodato d’uso un locale di proprietà. Ovviamente è un locale provvisorio che servirà principalmente per iniziare e farci conoscere. Noi, nel frattempo, continuiamo la ricerca per una sede che ci dia la possibilità di essere più visibili fisicamente e ci permetta di svolgere in futuro attività di gruppo…Covid e risorse permettendo!”

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