Urban Lungs: i “polmoni urbani” che catturano la CO2 vincono il secondo premio di Coopstartup Estense

Giovani, laureati, innovativi e sostenibili: Leonardo Mora, Alan Carletti, Biagio Iacolare, Marco Catellani, Michele Menendez, Federico La Rocca sono i sei nuovi soci cooperatori che daranno vita a Urban Lungs, la startup seconda classificata al bando Coopstartup Estense. Il loro progetto affonda le radici in un’idea di business attenta all’ambiente e alla sostenibilità, e trova le motivazioni nella spensieratezza legata alla giovane età, unita ad uno spirito imprenditoriale che accomuna e contraddistingue tutti i membri del team. Abbiamo fatto una chiacchierata con loro per farci raccontare questa nuova promettente startup cooperativa.


UrbanLungs significa “polmoni urbani”: quali sono i polmoni che avete immaginato per le nostre città?
I Polmoni che abbiamo immaginato per le nostre città e per le aziende che hanno a cuore l’ambiente consistono in fotobioreattori, ovvero sistemi di coltura di microalghe.
Generalmente queste installazioni assomigliano a colonne trasparenti, ma possono essere adattate in forma e dimensione ad ogni contesto.

Perché le alghe sono un alleato così prezioso per il nostro ambiente e il nostro clima?
Le alghe crescono spontaneamente, catturano la CO2 presente nell’atmosfera liberando ossigeno senza chiedere nulla in cambio. Si tratta di organismi unicellulari che crescono molto rapidamente, catturando così importanti quantità di gas serra, in poco spazio. Un fotobioreattore può valere, in termini di cattura dell’anidride carbonica, come diverse piante ad alto fusto.


La tecnologia riguardante i fotobioreattori esiste già da tempo, ma il vostro servizio sarebbe una reinterpretazione dell’utilizzo di questi strumenti. Qual è l’elemento di novità introdotto dal vostro progetto?
I fotobioreattori sono oggetti praticamente sconosciuti ai non addetti al settore delle biotecnologie. Questi sistemi, come detto in precedenza, sono utilizzati generalmente per colture intensive di microalghe, quindi il fine ultimo è ottenere grandi quantità di biomassa algale. Noi ne reinterpretiamo l’utilizzo concentrando la nostra attenzione sulla cattura del gas serra atmosferico.

I fotobioreattori che proponete non solo sono funzionali, ma hanno anche una componente estetica…
Queste installazioni sono molto affascinanti, per via della dimensione e delle colorazioni che possono assumere grazie all’impianto di illuminazione di cui sono dotati. Quindi, oltre che uno strumento funzionale alleato dell’ambiente, risultano veri e propri elementi di design.


La vostra base sociale è costituita da 6 giovani, studenti o ex studenti di UniMoRe. Come nasce il vostro gruppo di lavoro e questa idea progettuale? Che ruolo ha avuto UniMoRe nella nascita di questo progetto?
UniMoRe é l’università nella quale, perlomeno alla triennale, eravamo tutti iscritti. Proprio grazie all’Università e ad un progetto realizzato per un esame abbiamo cominciato questo percorso che ci ha portati alla definizione finale di Urban Lungs. La composizione del team è stata rapida e scontata, siamo tutti amici e abbiamo la fortuna di aver studiato in campi molto utili e affini al progetto.

La biomassa generata dalle microalghe può essere utilizzata per produrre altri prodotti: come funziona questo ciclo?
Si tratta di un processo sostenibile che non comporta la produzione di scarti. Da un processo che termina con un bilancio positivo per l’ambiente, quindi con decisamente più anidride carbonica assorbita di quella emessa dal processo, otteniamo prodotti ad alto valore aggiunto, utilizzabili come integratori alimentari, mangimi o cosmetici.

La sostenibilità ambientale è un tema che riguarda tutti, ma in modo più consistente le giovani generazioni. Come è maturata la vostra sensibilità e il vostro impegno sui temi della green economy?
Noi giovani siamo molto più sensibili alle tematiche ambientali probabilmente perché sappiamo di essere coloro che ci rimetteranno di più in futuro. Noi di Urban Lungs non vogliamo sicuramente restare a guardare e ci impegniamo attivamente per far fronte a questi cambiamenti. Ci piace sbilanciarci e pensare che, ad attività avviata, ci impegneremo in percorsi di sensibilizzazione della popolazione nei confronti dell’inquinamento.

Il vostro servizio si rivolge a clienti business. Pensate che in futuro possa esserci spazio anche per un mercato privato?
È interessantissimo pensare di avere un proprio reattore in casa, e perché no utilizzare le proprie alghe, ricchissime in nutrienti essenziali, nelle ricette in cucina. Questa opzione richiede sicuramente del tempo, perché vogliamo come in ogni altro ambito cercare di offrire un prodotto più semplice e sicuro possibile.

Prima di partecipare a Coopstartup Estense, conoscevate il mondo delle cooperative? Quali sono gli aspetti che più vi hanno colpito e interessato di questo modello di impresa?
Sinceramente, per quanto si senta parlare di cooperative, è un mondo che conoscevamo poco. Il percorso è stato molto istruttivo ed interessante, sicuramente affascinante il pensiero di fondo della cooperativa, che prevede un ragionamento di gruppo, un percorso in cui non si è mai soli.

GUARDA IL VIDEO DI PRESENTAZIONE!

Leggi tutte le news