Cia – Agricoltori Italiani: a Modena il nuovo presidente è Alberto Notari. A Ferrara confermato Stefano Calderoni

Alberto Notari, imprenditore agricolo di 37 anni, è il nuovo presidente della Cia – Agricoltori Italiani di Modena. Succede a Cristiano Fini che si candida al vertice della Confederazione regionale. Laureato in Tecniche erboristiche presso la facoltà di Farmacia dell’Università di Modena e Reggio, è consigliere della cantina Riunite e Civ di San Marino di Carpi, e lo scorso anno ha frequentato il corso di formazione per Consiglieri di Amministrazione organizzato da Legacoop Estense.

Notari è stato eletto nel corso della settima Assemblea d’Organizzazione fondata 40 anni fa. Il congresso provinciale si è tenuto il 24 gennaio dopo un confronto sul territorio provinciale a partire dal dicembre scorso e che ha coinvolto centina di imprenditori associati. Durante l’assemblea la Confederazione ha ricordato le tappe che ha percorso l’associazione dagli anni della sua costituzione, premiando i vertici che si sono succeduti. All’Assemblea ha portato il suo intervento anche Franco Michelini, a nome dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari modenesi.

Alberto Notari avrà il compito, fra gli altri, di completare il percorso aggregativo tra la Cia di Modena e la Confederazione bolognese. “La Cia di Modena e quella di Bologna hanno intrapreso un percorso strategico per il futuro– ha affermato il neo presidente Notari – e credo che la scelta fatta vada portata a termine in tempi relativamente brevi, per sancire un cammino che inevitabilmente porterà benefici alle imprese associate dei due territori emiliani. Il nuovo soggetto- ha concluso – avrà numeri tali per incidere maggiormente sul piano politico e, contemporaneamente, potrà mettere a disposizione dei propri soci servizi più qualificati ed adeguati alle imprese e alle persone. Mi pongo l’obiettivo di continuare il percorso di collaborazione intrapreso da Fini nel mantenere relazioni positive e costruttive con le istituzioni e le maestranze agricole.  L’innovazione – ha concluso Notari – è un tema consono ai giovani agricoltori che supporteremo in modo particolare per raggiungere obiettivi produttivi ed economici”.

 

A Ferrara è stato riconfermato alla guida di Cia Stefano Calderoni,imprenditore agricolo di 36 anni che conduce un’azienda a indirizzo orticolo a Mesola. “La nostra agricoltura e l’impegno quotidiano degli agricoltori deve ritornare al centro dell’agenda economica e fiscale della politica,perché attualmente in Italia non c’è nulla di più secondario del settore primario”.  Ad affiancare Calderoni come vicepresidente ci sarà nuovamente Massimo Piva – risicoltore attivo nelle battaglie per la salvaguardia di riso e soia italiani – e una giunta rinnovata, grazie all’entrata di nuovi membri come Gianfranco Tomasoni, allevatore di Portomaggiore. Aumenta, inoltre, la presenza femminile negli organismi direttivi, dove le imprenditrici agricole sono oltre il 30%.

Al termine del suo intervento Stefano Calderoni ha fatto il punto sull’associazione e i suoi progetti di sviluppo, all’insegna di una maggiore unità del mondo agricolo. “Stiamo facendo grandi passi avanti, a livello organizzativo, per dare agli associati nuovi servizi, favorire la comunicazione e costruire vere e proprie reti tra produttori. Questa ristrutturazione interna in senso innovativo, ci consente di affrontare in maniera più forte le molte battaglie che ci aspettano. In questi anni ci siamo impegnati fortemente per il prezzo dei cereali, la riforma di medio termine della Pac, l’aumento dei minimi di pensione, le importazioni selvagge dell’olio di palma e l’ottenimento di un marchio per la soia Italiana. Abbiamo lavorato, insieme ad alcune Op e alle istituzioni, per il salvataggio di Ferrara Food e abbiamo assistito i nostri soci nei crack Carife e Capa Ferrara. Ma tutto questo non basta, dobbiamo avere il coraggio di fare molto di più, anche attraverso l’unità reale del mondo agricolo. L’esperienza di Agrinsieme ha dimostrato che insieme si possono fare grandi cose – penso alla valorizzazione della filiera della pera – ma bisogna costruire un vero percorso di unificazione, basato sul 99% delle cose che ci accomunano. Noi siamo la vera agricoltura, fatta del lavoro e della fatica quotidiana di uomini e donne, non le grandi aziende come Bonifiche Ferraresi, esempio unico ma non rappresentativo dell’agricoltura italiana. Noi produciamo reddito, occupazione, tuteliamo il paesaggio e abbiamo dato vita a quello straordinario e variegato mondo che è la campagna ferrarese”.

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