The Liberation Project: un live carico di energia al Teatro Nuovo di Ferrara

Un collettivo internazionale che si fa portatore di un messaggio di libertà, attraverso le canzoni che hanno ispirato e celebrato le lotte di liberazione in Sudafrica, in Italia, a Cuba. Il 9 luglio The Liberation Project ha acceso l’entusiasmo delle oltre 600 persone arrivate al Teatro Nuovo di Ferrara per festeggiare la Giornata Internazionale delle Cooperative insieme a Legacoop Estense.

Il cambio di location dell’ultimo minuto da Grisù al Nuovo, imposto dall’allerta meteo, non ha scoraggiato gli animi. In un mix esplosivo di rock e world music dalle sonorità italiane, sudafricane e cubane, sul palco si sono esibiti artisti di altissimo livello: alla core band sudafricana (Dan Chiorboli, Tebogo Sedumedi, Peter Djamba, Kabelo Seleke e Lindi Ngonele) si sono aggiunti Phil Manzanera (chitarrista dei Roxy Music e co-produttore dei Pink Floyd), N’Faly Kouyate (Afro-Celt Sound System e Peter Gabriel), Cisco Bellotti (Modena City Ramblers) e il ferrarese Roberto Formignani (The Bluesmen).

La data ferrarese è stata l’apertura del tour “Friendship and Solidarity” promosso da BPM Concerti, che è proseguito in altre 11 tappe fino al 23 luglio (tra cui l’apertura di due date del Jova Beach Party, a Rimini e Castelvolturno). Sul palco l’emozione e la grinta anche di due musicisti ferraresi: Roberto Formignani, presidente della Scuola di Musica Moderna, e Dan Chiorboli, ideatore del progetto. Nato in via Carlo Mayr, all’età di 6 anni Dan ha lasciato Ferrara alla volta del Sudafrica ed è cresciuto nell’era dell’apartheid. Questa era la prima volta che esibiva nella sua città natale, e ha scelto di esordire sul palco con la maglietta della SPAL.

The Liberation Project è nato proprio dalla sua passione per la musica e dalla sua vicinanza alle esperienze di liberazione in Italia e Sudafrica, che hanno fatto maturare in lui il desiderio di produrre un album che raccontasse come la musica abbia ispirato e celebrato i cambiamenti sociali portati dalle lotte di liberazione. L’idea ha suscitato l’interesse del compositore sudafricano pluripremiato Neill Solomon, del chitarrista dei Roxy Music e co-produttore dei Pink Floyd Phil Manzanera e di Juan De Marcos, icona musicale del leggendario Buena Vista Social Club e Afro-Cuban All Star. Manzanera e De Marcos sono cresciuti a Cuba e hanno trascorso la loro infanzia durante il culmine della rivoluzione cubana di Fidel Castro. In Italia, l’Emilia-Romagna – punto nevralgico della resistenza partigiana nella Seconda Guerra Mondiale – ha goduto di una relazione lunga e significativa con il movimento della resistenza in Sudafrica. È così che, il 3 ottobre 2018 a Johannesburg, viene prodotto “Songs That Made Us Free” – Le canzoni che ci hanno resi liberi, un triplo CD di 37 brani suonati da 142 musicisti provenienti da 18 paesi. Alcuni di questi brani sono stati portati sul palco del Teatro Nuovo, tra cui “Free Nelson Mandela” –  una canzone di protesta contro l’incarcerazione di Mandela da parte del governo sudafricano – ed “Ebano”, sulla storia di una ragazza costretta alla prostituzione, scritta da Cisco Bellotti proprio dopo un viaggio in Sudafrica.

In apertura del concerto, sono saliti sul palco il presidente di Legacoop Estense Andrea Benini insieme a Ndileka Mandela e all’Ambasciatore del Sudafrica Shirish M. Soni. Nelle emozionanti parole di Ndileka, il ricordo del nonno e le battaglie per i diritti umani che ancora oggi bisogna sostenere con determinazione e coraggio: “Liberazione per mio nonno e i suoi compagni significava: combattere per affrancare il popolo sudafricano dagli oppressori; significava libertà di parola, libertà di movimento, libertà di scelta. Tutti, nessuno escluso, devono rispettare questi valori. Il Sudafrica, come il resto del mondo democratico, è riuscito solo in parte a realizzarli. Oggi la Liberazione comporta molto di più del diritto di voto! Oggi dobbiamo liberare i bambini soldato cui non resta altra scelta che impugnare le armi per combattere una guerra che non comprendono, giovani donne costrette alla circoncisione femminile, uomini e donne prigionieri di un matrimonio o di una relazione fondati sull’abuso. Bambini che non sono liberi di andare a scuola ma vengono venduti per lavorare come schiavi. Uomini e donne che non sono liberi di amare chi vogliono”. Leggi qui il discorso completo di Ndileka Mandela.

 

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