Decreto Impresa Sociale approvato dal Consiglio dei Ministri. L’opinione dell’Alleanza delle Cooperative Sociali

 

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Impresa Sociale. Di seguito il comunicato stampa dell’Alleanza delle Cooperative – Settore Cooperative Sociali.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato gli ultimi tre decreti attuativi della Riforma del Terzo Settore e Impresa Sociale, che vanno ora in Parlamento per i necessari pareri, in vista della approvazione definitiva da parte del Governo.

L’Alleanza delle Cooperative Sociali Italiane sottolinea che si tratta di un passo importante per la piena attuazione di una riforma molto attesa, nel cui ambito assume grande rilevanza il nuovo ordinamento sull’Impresa Sociale. Esso introduce novità importanti, finalizzate a promuovere sviluppo imprenditoriale e sociale in ambiti delicatissimi  di interesse generale: welfare, sanità, istruzione, cultura, commercio solidale, ecc. tramite la presenza  di forme giuridiche molteplici e plurali di Imprese Sociali e la loro pari dignità.

Ad una prima lettura, che ci si riserva di approfondire, questo potenziale di innovazione pare conoscere, nei testi approvati in CdM, una innegabile e preoccupante battuta d’arresto. Manca infatti l’attesa armonizzazione dell’impianto normativo approvato con l’evoluzione che in questi anni  ha interessato il sistema sociale del paese. Infatti, mentre si afferma che le cooperative sociali sono di diritto Imprese Sociali, di fatto non si riconosce che l’evoluzione sociale richiede alle cooperative sociali, come a tutte le imprese sociali, di operare in settori e ambiti omogenei e coerenti al mutare dei bisogni  delle comunità. Inoltre le  misure presentate riconoscono vantaggi fiscali, senza i necessari vincoli e contrappesi per le nuove imprese sociali.

L’Alleanza delle Cooperative sociali  auspica che lo sforzo finora compiuto di collaborare in modo costruttivo con il Governo non sia stato vano e chiede al Parlamento ed allo stesso governo  una modifica adeguata dell’attuale impianto normativo che non tiene conto della storia e dell’apporto di chi ha contributo a sviluppare il Terzo Settore e può continuare a farlo.

 

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