Digitalizzazione e welfare: le coop al lavoro. «L’ inverno sta finendo, la crescita è possibile». L’intervista al presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti su Il Resto del Carlino

Proponiamo, di seguito e in allegato, l’intervista di Simone Arminio al presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti, pubblicata sul Dossier Economia de Il Resto del Carlino il 31 luglio 2017.
Come va il mercato? «C’ è una ripresa in atto – assicura Giovanni Monti, presidente di Legacoop Emilia-Romagna -. E questo è un dato molto importante». Anche se c’ è un rovescio della medaglia, ed è dato, ancora una volta, dal mondo delle costruzioni.
Monti, siamo alle solite? «A dispetto delle nostre cooperative industriali e manifatturiere, che hanno chiuso da tempo il capitolo della stagnazione, è inutile negare che il mondo dell’ edilizia stia ancora soffrendo».
Non c’ è un modo per uscirne? «Le vie d’ uscita finora sperimentate con successo sono due. La prima è la specializzazione. Chi ha agganciato mercati specifici e nicchie di mercato, come Cmc, Cmb o Cns, è ripartito o ha continuato a crescere».
E per le altre? «Aspettiamo, ormai con urgenza, che ripartano le gare per le tante opere pubbliche che sono ferme da troppo tempo. O che sono partite ma, a causa dei pur legittimi e sacrosanti meccanismi del nuovo codice degli appalti, hanno subito una burocratizzazione esagerata. Nel frattempo, però, il consorzio Integra funziona bene, e Sicrea, nata dalle ceneri di qualche fallimento, si è rivelato un’ ottimo strumento di rilancio. Stiamo ragionando, anzi, come ampliare il progetto».
Questo il mattone. E come vanno gli altri settori? «L’ agroalimentare, dall’ ortofrutta al vino, e nonostante una certa flessione nelle carni, registra una buona tenuta complessiva. Buono anche il risultato nella cooperazione dei servizi, che ha aumentato fatturato e occupazione negli ultimi otto anni. Nel settore consumo e distribuzione si fa sentire ancora il calo dei consumi, così come nei servizi sociali e nelle scuole. Molto bene la ristorazione».
Per dirla in metafora, quindi? «L’ inverno non è ancora concluso, ma la primavera è vicina. Corriamo meno di altri territori in Europa, ma più del resto d’ Italia. Lo dimostrano i fatturati, ma anche le circa 70 nuove cooperative che sono nate».
Poi c’ è il treno dell’ innovazione… «…Che non vogliamo perdere. Per questo con Bologna e con la lega nazionale stiamo seguendo un progetto che tende a verificare lo stato di digitalizzazione delle nostre cooperative. Soprattutto le medie e piccole, visto che le grandi hanno molto da insegnare in merito. Bisogna considerare, soprattutto, che lo sviluppo di nuove tecnologie, il cosiddetto 4.0, non è affatto legato solo alla manifattura: ha ottime possibilità di sviluppo anche nei servizi sociali e in tanti altri contesti».
Non ha paura che le tecnologie eroderanno il lavoro? «Lo cambieranno, semmai. Penso infatti alla nascita di nuovi nuclei cooperativi pensati proprio per aiutare le cooperative con la robotizzazione e fornire servizi di innovazione».
La cooperazione per prima ha spinto sul welfare aziendale. Oggi che va di moda, voi cosa fate? «Continuiamo a lavorare sui servizi, penso a Unisalute e alla sanità integrativa. E in più siamo già passati allo step successivo: offrire ai lavoratori, oltre che tutele, anche forme di ‘arricchimento’ personale, cioè opportunità culturali, turistiche, di formazione personale, insieme con nuovi servizi di welfare quali l’ assistenza familiare per anziani o il babysitteraggio a domicilio. L’ obiettivo è arrivare a coprire sempre di più e meglio i bisogni delle persone».
Nascerà mai l’ Alleanza delle Cooperative? «Stiamo lavorando sugli aspetti formali e societari. Ma vorrei far notare che, da un punto di vista politico, l’ Aci è già attiva. Lo dimostra lo streto coordinamento in atto e la linea comune già tenuta insieme con Confcooperative e Agci. Abbiamo già una voce unica, e questo è ciò che conta».

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