Mafia Capitale: i giudici riconoscono i danni alla cooperazione sociale. I commenti di Mauro Lusetti e della presidente di Legacoop Sociali Paola Menetti

Non solo le condanne, nel processo di Mafia Capitale: il tribunale ha riconosciuto i danni e i relativi risarcimenti a diverse associazioni, tra cui Legacoopsociali.

“Esprimiamo la nostra soddisfazione per la sentenza del Tribunale, che insieme alla colpevolezza degli incriminati ha riconosciuto come la cooperazione sociale sia stata tra le vittime delle loro azioni, restituendo la piena onorabilità a centinaia di migliaia di cooperatori onesti che ogni giorno si impegnano per la coesione del Paese e il lavoro dignitoso e per tutti, contro ogni forma di illegalità”. Così ha commentato il presidente di Legacoop nazionale Mauro Lusetti. “Questa sentenza – ha spiegato – ribadisce che le responsabilità sono sempre personali, confermando così la correttezza del nostro comportamento. Legacoop ha saputo, infatti, distinguere le persone dalle cooperative, accompagnando alla porta senza nessuna ambiguità chi ha violato i nostri valori prima ancora delle leggi ma impegnandosi fino in fondo per sostenere i lavoratori e i soci, dando loro una nuova possibilità”.

“È la strada per far sì che le responsabilità di uno non affossino il futuro di tanti. Un’attenzione che auspichiamo la Magistratura – nella quale esprimiamo la massima fiducia – mantenga sempre ben viva, anche a livello inquirente” ha proseguito Lusetti. “Quando davanti a un giudice le contestazioni di reato, anche gravi, cadono perchè insussistenti come è accaduto a Lecce e a Roma per CPL Concordia – ha aggiunto il presidente –  ci chiediamo se non sarebbe stato più opportuno approfondire tutti gli elementi di prova ottenuti, come è stato fatto per Mafia Capitale, prima di richiedere l’emissione di misure e provvedimenti processuali che ovviamente si riverberano sulla stessa cooperativa e sui soci “. “Noi sappiamo da che parte stare. Noi siamo con la Magistratura – ha concluso Lusetti – che fa senza paura e insieme con cura e con scrupolo il proprio lavoro e con chiunque si oppone all’illegalità, in qualsiasi forma si manifesti, come i tanti cooperatori che abbiamo incontrato oggi in Sicilia, nelle cooperative di Libera Terra e tra i giovani che si impegnano per costruire un futuro diverso per la propria isola e per il Paese”.

Soddisfazione per il riconoscimento dei danni alla cooperazione sociale anche dalla presidente nazionale di Legacoop Sociali, Paola Menetti.  “Ci siamo costituiti parte civile nel cosiddetto processo Mafia Capitale per rappresentare in modo esplicito, dentro il processo, e non solo nelle interviste e nelle dichiarazioni, quello che siamo. La distanza irriducibile tra la realtà seria ed onesta delle cooperative sociali che ogni giorno si impegnano, con il loro lavoro, a dare corpo e senso all’obiettivo di sostenere la dignità delle persone e ridurne l’esclusione, e comportamenti criminali che delle persone hanno fatto merce”. “Abbiamo inteso che fosse riconosciuto – aggiunge Menetti – che quei comportamenti criminali hanno causato un danno molto grave alle cooperative sociali rappresentate, ferendole nella loro reputazione e nel loro onore. Abbiamo chiesto che riconoscendo questo danno se ne disponesse un risarcimento. Oggi non possiamo che esprimere soddisfazione per l’ ampio riscontro a questi nostri intenti che viene dalla sentenza di primo grado. Senza trionfalismi fuori luogo, è un risultato importante e per nulla scontato, che aiuta a fare chiarezza sulla realtà effettiva della cooperazione sociale, ed a rinnovarne l’impegno”.

Il tribunale di Roma ha condannato Salvatore Buzzi a 19 anni di reclusione al termine del processo a mafia capitale, 20 anni per Massimo Carminati, 11 per Luca Gramazio. Cade l’accusa di associazione mafiosa a 19 imputati del processo a mafia capitale, tra cui i presunti capi Carminati e Buzzi. Per l’ex capo dell’assemblea Capitolina Mirko Coratti (Pd) la corte ha deciso una pena di 6 anni di reclusione. Luca Odevaine, ex responsabile del tavolo per i migranti, è stato condannato a 6 anni e 6 mesi. Undici anni per il presunto braccio destro di Carminati, Ricardo Brugia, 10 per l’ex Ad di Ama Franco Panzironi.

@nelpaeseit

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